Spoiler – Mc 16,13-19

Spoiler – Mc 16,13-19

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».


Mi capita spesso, per capire se voglio o no leggere un libro, di andare a leggerne il finale, le ultime tre righe. Questa anticipazione, questo “spoiler”, fa sì che, spesso, mi rovini il libro; tuttavia procedo lo stesso con la lettura. Proprio l’altroieri sono andato a leggere il finale di “Autobiografia” di G.K. Chesterton, in cui il geniale autore inglese parla della sua conversione alla confessione cattolica: “so che colui che viene chiamato Pontifex, il costruttore del ponte, è anche Claviger, il portatore della chiave. Queste chiavi gli furono date per poter legare e sciogliere tutte le cose, quando era ancora un povero pescatore in un paese lontano, lambito da un piccolo mare quasi segreto”.

Oggi festeggiamo la cattedra di san Pietro, che ci ricorda l’incarico che Gesù diede al capo degli apostoli. Il senso di questa memoria mi sembra sia allora quello di indicarci cosa significa il servizio dell’autorità. Le elezioni politiche imminenti sottolineano l’urgenza di una riflessione in questa direzione e i due simboli di Pietro, “costruttore del ponte” e “portatore della chiave”, mi sembrano molto profondi.

Essere a capo non significa essere padroni, ma servitori del cammino degli altri. Costruire ponti allora diviene l’impegno costante (e a volte sfiancante) a oliare i rapporti comunitari e personali, essere vero e proprio mediatore tra gli altri e con Dio stesso. Da qui il senso della preghiera di intercessione, del servizio al prossimo, del padroneggiare una comunicazione corretta e rispettosa. Portare le chiavi, avere il potere di “legare e sciogliere”, indica la capacità di essere seri e leggeri al tempo stesso. Sciogliere ciò che è da troppo tempo, a volte, un nodo nella nostra vita; legare ciò che non abbiamo il coraggio di prendere sul serio: leggerezza e serietà danno serenità e direzione alla nostra esistenza, una priorità di valori e di progetti che ci rende persone mature.

Nella nostra vita siamo tutti, in fondo, “poveri pescatori in un paese lontano”.

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