Braccio di ferro – Mc 9, 38-40

Braccio di ferro – Mc 9, 38-40

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi»


E’ una questione di difese: capita spesso e volentieri che, per difendersi dalla crudezza della realtà e da alcuni aspetti di ciò che viviamo che non ci piacciono (o che non riusciamo a sopportare), ci trinceriamo dietro a schieramenti definiti, “noi” contro “voi”, o, ancora peggio “loro”. Così assistiamo alle eterne battaglie dei pregiudizi e delle ideologie, da quelle politiche a quelle culturali.

Capita anche all’interno della comunità dei credenti, tra parrocchia e parrocchia, tra diocesi e diocesi, tra uffici diocesani, tra preti, tra laici… Il “non ci seguiva” di Giovanni diventa uno slogan che tristemente accompagna ogni nostro litigio e incomprensione. Con il risultato che stiamo temporaneamente bene quando abbiamo più forza “noi”, mentre siamo distrutti quando hanno più forza “loro”. Senza che ce ne accorgiamo, la vita è diventata un braccio di ferro continuo: non si può vivere con questa tensione, che fiacca e logora.

Invece – ed è frutto dello Spirito – Dio ci invita a guardare tutti come fratelli, indipendentemente dallo “schieramento” a cui appartengono, perché la cosa più importante, da cui partire per ogni dialogo, è lo sforzo per imparare ad amare. E’ un’arte difficile, quella della fratellanza, forse la più difficile di tutte. Ma, in questo modo, potremmo scoprire che invece che un braccio di ferro tra “noi” e “loro” c’è solo una cordiale stretta di mano.

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