In varietate concordia – Gv 14,15-21

In varietate concordia – Gv 14,15-21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Le traduzioni di Gv 14 hanno sempre mostrato un certo imbarazzo a rendere la parola greco “paràklitos”, lo strano nome dato allo Spirito Santo da Gesù.

La volgata latina teneva “paracletum”, la CEI del 1974 optava per “Consolatore”, la bibbia interconfessionale per “difensore”, la prestigiosa Bible de Jerusalem sceglie “consolateur”… Nella versione CEI del 2008, quella attuale, si ritorna, per tagliare la testa al toro, alla versione più aderente al testo greco: “Paraclito”. Benissimo. Ma che significa?

In italiano questa parola non esiste ed è difficilmente traducibile. Para, cioè “vicino”, “nei PARAggi”, “prossimo”, e klitos, forma del verbo “chiamare”, “invocare”. Quindi “colui-che-è-chiamato-vicino”. Può essere un avvocato, un difensore, un consolatore, un amico… sicuramente è un compagno.

Perché – ammettiamolo – serve una forza divina a considerare prossimo ogni fratello e sorella che incontriamo. Di norma, se ci accontentiamo delle reazioni più proprie dell’istinto umano, la diversità ci fa paura e di rende aggressivi.

Serve – scusate il neologismo – lo “spirito dell’insiemità” di Dio per tenere insieme la diversità, non volendola omologare, ma arricchendosi di ciò che uguale non è. Un po’ come dice il motto dell’Unione Europea: “in varietate concordia”.

Questo è lo Spirito Santo, che Gesù e Dio Padre donano a ogni uomo aperto di cuore: lo Spirito che rende tutti famiglia, nonostante le differenze culturali, di opinioni, di lingua, persino di fede. E’ lo Spirito che ci rende prossimi gli uni per gli altri, la forza stessa di Dio che tiene insieme la Trinità, fatta di persone diverse, ma che si vogliono talmente bene da essere una cosa sola.

La forza di dono e di accoglienza di Dio scorre nelle nostre vene. Sfruttiamo al massimo questo regalo.

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