Straordinario quotidiano – Lc 21, 5-11
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Negli ultimi giorni dell’anno liturgico ci siamo abituati a sentire Gesù che parla della fine del mondo, del «giorno del Figlio dell’Uomo» o del ritorno del Signore alla fine dei tempi. E quindi la nostra mente, abituata a spettacolari scenografie hollywoodiane, ama viaggiare.
Andiamo spesso alla ricerca della profezia-nascosta-del-santo-sconosciuto, di presagi che ci aiutino a capire “quanto tempo abbiamo”… In generale, la nostra fede rischia di essere attratta da ciò che è spettacolare, barocco, fuori dall’ordinario.
Così, senza che ce ne accorgiamo, dentro la nostra testa troviamo l’equazione “grande fede = molto impressionante”. Ma il vangelo di oggi ci mette in guardia: «badate di non lasciarvi ingannare». Di questo imponente «tempio» di costruzioni mentali non resterà «pietra su pietra». Ma cos’è che demolisce le nostre aspettative cinematografiche su Dio? Il banale quotidiano.
È facile essere degli eroi quando si hanno dei superpoteri, all’interno di una narrazione dove si comprende chiaramente chi è il buono e chi è il cattivo. Ma la nostra vera grandezza sta nel fatto che di superpoteri non ne abbiamo e che siamo chiamati ogni giorno a discernere tra il bene e il male, il grano e la zizzania entrambi piantati nella nostra vita.
Sì, questa è la nostra grandezza: siamo capaci di trasformare il presente, la monotona e piatta routine giornaliera, in occasione di servizio e di attenzione a Dio, al prossimo, al creato.
Questo è il nostro straordinario quotidiano.