Fratelli ciechi – Mt 9,27-31

Fratelli ciechi – Mt 9,27-31

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

Fin da piccolo, di fronte a questo brano del vangelo, restavo perplesso. Cercavo di immaginarmi la scena e qualcosa non mi tornava: come fanno due ciechi a seguire Gesù? C’è qualcuno che li guida? Eppure il vangelo non ne parla…

Ma se vanno in giro senza accompagnatore, come fanno a seguire il Maestro? Probabilmente dalla voce, dal suono del suo passaggio. Ma – caspita! – non deve mica essere semplice!

Penso che, forse, il cammino della nostra vita non è poi così diverso. Come dice s. Paolo, procediamo «come a tentoni» (At 17,27), cercando la libertà nella carità, ciò che è bello e vero. In una parola, cercando Dio.

Come i due ciechi del vangelo, non siamo soli, ma abbiamo dei compagni a fianco. Ma anche loro non ci vedono bene: siano tutti un po’ miopi. Eppure non ci scoraggiamo. Seguendo la voce del Signore camminiamo nella vita, cercando di crescere in umanità e in fraternità.

Non è facile. A volte vorremmo vederci chiaramente, capire con precisione la scelta migliore da fare, l’atteggiamento più giusto da avere… ma quello che abbiamo è un profumo, una voce, una promessa. E un desiderio.

Ma questo basta a Gesù per ridare la vista, la capacità di cogliere sfumature e contorni, colori e visi. Non sarà magari la certezza assoluta nel nostro cammino, ma è l’opportunità di esserne protagonisti, cogliendo la preziosità delle relazioni che ci circondano.

A lui noi mostriamo la nostra cecità personale e comunitaria. Questa è la nostra grandezza, il senso e la pace della nostra quotidianità.

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