Più piccolo più grande – Mt 11,11-15
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».
Tempo fa, convinto da un amico entusiasta (e un po’ nerd), ho guardato “Interstellar”, il film del geniale Nolan. Parla di viaggi nello spazio, visite su pianeti in cui il tempo e lo spazio rispondono a differenti leggi fisiche.
Il «regno dei cieli» sembra essere un po’ così. Ciò che è «grande», lì è piccolo; ciò che qui è «piccolo», là è grande. Così l’eccentrico Giovanni il Battista, che si veste come un matto e parla in modo strano, è il «più grande» tra i nati di donna. Tuttavia, nel regno dei cieli, «il più piccolo» è più grande di lui.
Non è una cosa banale: noi riguardo alla piccolezza/grandezza siamo ossessionati. Non intendo solo le caratteristiche fisiche: vogliamo un lavoro migliore, uno studio più soddisfacente, una famiglia serena, degli amici più attenti, una comunità più accogliente…
Desideriamo, cioè, sempre qualcosa che sia “di più”, più grande in qualcosa. Da un certo punto di vista mi sembra una cosa umana e giusta: penso faccia parte di un desiderio legittimo dell’essere umano.
Tuttavia nasconde un rischio: ci spinge a pensare che basta questo, che essere “più grande” sia la cosa più importante. A questa caratteristica leghiamo la nostra serenità, il nostro star bene, la nostra fantomatica autorealizzazione.
Accogliere il regno dei cieli, cioè la logica dell’amore che vince nella nostra vita, significa invece abbracciare la piccolezza. Non si tratta di una pratica crudele, una forma di autolesionismo. Tutt’altro: significa essere onesti con sé stessi. Perché – ammettiamolo – da soli non ce la facciamo.
Possiamo avere il lavoro più grande, gli amici più disponibili, lo studio più soddisfacente, la comunità più santa del mondo… ma se siamo soli, non abbiamo risolto niente. La logica del regno dei cieli non è semplicemente quella di essere piccoli, ma di essere piccoli-per-gli-altri.
E’ uscendo da noi per andare incontro al fratello che ha bisogno che ritroviamo la strada, che ci sentiamo veramente a casa. Saremo grandi quando grande è stato il nostro amore per le persone che abbiamo vicino.