Ascoltare per cambiare – Lc 10,13-16
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
I «prodigi» che Gesù compie non sono ostentazione di poteri incredibili e sovrumani. Gesù non è intenzionato a fare gare da culturista a suon di miracoli. I segni che pone sono per il cambiamento.
Per questo servono “occhi che sono orecchie”. Cioè, serve guardare con attenzione per sentire la parola della buona notizia, che, sola, può convertire davvero. E per conversione non si intende una semplice modifica dei costumi quotidiani! Prima di tutto, conversione è cambiamento profondo dell’orientamento della propria esistenza. Cuore, mente, mani: tutto compreso.
Per lasciarsi convertire dal Dio della vita, che parla nelle pieghe delle nostre relazioni quotidiane e del nostro viavai di tutti i giorni, è necessario ascoltare con attenzione.
Ma che fatica! Vero: ascoltare e mettersi in dubbio è difficile. Ma che bello accorgersi che attorno a noi avvengono «prodigi». Forse ne vale la pena...