Un frutto che non si perde – Lc 7,11-17
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Quando viene celebrato il battesimo di un bambino, alla fine del rito è prevista una benedizione sulle mamme, poi una sui papà e infine una su tutti. La benedizione sulle madri dice così:
«Dio onnipotente, che per mezzo del suo Figlio, nato dalla vergine Maria, ha dato alle madri cristiane la lieta speranza della vita eterna per i loro figli, benedica voi mamme qui presenti; e come ora siete riconoscenti per il dono della maternità, così con i vostri figli vivete sempre in rendimento di grazie: in Cristo Gesù nostro Signore».
Trovo questa preghiera bellissima, gravida di speranza e traboccante di tenera dolcezza. Cristo che ha sperimentato la bellezza di venire al mondo attraverso una donna non può permettere che il frutto del grembo di nessuna donna vada perso. Nel tempo trascorso con lei e negli occhi della sua mamma di Galilea ha potuto vedere quanto è forte il legame che unisce la madre con il figlio. Forse, attraverso l’amore di Maria, Gesù ha trovato ancora più slancio per vivere e per morire per questa umanità.
«Il Signore fu preso da grande compassione per lei»: una madre il figlio non lo perde mai. Perché Cristo, nato da donna e Signore della vita, sente una compassione senza misura.
Possa ogni donna, divenuta madre, fissare la speranza che viene da Cristo, perché, pur piangendo, possa custodire la dolce certezza della vita eterna per il frutto del suo seno.
Signore, però, ti chiediamo una carezza per tutte quelle mamme che piangono ancora il loro unico figlio. Per quelle che ancora non conoscono la tua compassione, per chi ha smesso di credere, per chi non aspetta la risurrezione, per quelle che hanno il cuore indurito a motivo del dolore, e nella rabbia non trovano pace perché non possono più stringere tra le braccia il frutto che fece lievitare il loro grembo.