Da seme a luce – Lc 8,16-18
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Gesù ha appena raccontato e spiegato la parabola del seminatore: chi ascolta la Parola e la vive è il seme che porta molto frutto. Ora Gesù dice che chi ascolta la Parola è come una lampada: la Parola lo accende e questa luce illumina tutta la realtà, anche quella più nascosta, quella più misteriosa.
Il nostro intimo è illuminato dalla Parola. Questa ci farà capire che siamo fatti per essere amati e per amare. Ma anche il mistero di Dio sarà più chiaro alla luce della stessa Parola: capiremo che il suo amore esce da ogni nostro schema e sfugge a ogni nostro criterio. Paolo agli Efesini dice che «l’amore di Cristo supera ogni conoscenza» (Ef 3,18).
«Fate attenzione a come ascoltate». La validità del nostro ascolto si vede dall’amore nella nostra vita. Se ci avviciniamo alla gratuità dell’amore di Dio è segno che il nostro ascolto è stato attento, profondo. Più sappiamo ascoltare, più sappiamo amare. Ma se il nostro ascolto è superficiale, la nostra vita non sarà illuminata al punto da fare luce anche agli altri.
Non ci è chiesto niente di eroico, di straordinario. Siamo invitati a lasciarci illuminare dalla Parola, ad ardere dello stesso amore di Cristo vivendo di gesti semplici, di attenzioni fraterne e di servizio gratuito.