Gioia piccola cosa – Lc 7,19-23

Gioia piccola cosa – Lc 7,19-23

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Il Battista sapeva chi era il Messia e ne predicava convinto la discendenza davidica. E, tuttavia, questo non può bastare in quanto non tocca e non coinvolge la libertà personale; anche Giovanni doveva perciò fare i conti con Gesù in carne e ossa. Nella solitudine del carcere, ormai condannato, chiuso nella paura del fallimento, della solitudine, non può evitare la domanda se è proprio lui quello che bisogna aspettare.

Il regno di Dio arriva con modalità inedite che sorprendono: i ciechi riacquistano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i morti risuscitano… La risposta di Gesù invita a non avere paura, è lui colui che aspettiamo. Il regno di Dio viene nella mitezza, nella pace, non si impone e non sconfigge chi non l’accetta e come il seme nella terra viene nel silenzio.

È una gioia segreta, nascosta, che si offre come piccola cosa, si propone per vie umane e viene nel mondo solo se qualcuno lo accoglie. La giustizia nel mondo viene solo se qualcuno, obbedendo a Dio, è giusto.

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