Occasione per amare – Mc 8,27-33

Occasione per amare – Mc 8,27-33

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

La traduzione del 2008 è stata un po’ più clemente nei confronti di Pietro. Prima leggevamo «lungi da me, Satana!», quando Gesù risponde al pescatore di Galilea. Oggi resta sempre il termine «Satana» (che, tra amici, magari suona poco simpatico), però il senso della frase è diverso: «va’ dietro a me».

Sì, perché questo “andare dietro” ricalca fedelmente la vocazione che Pietro riceve da Gesù: «venite dietro a me» (Mc 1,17). Gesù cioè, con le sue parole, rinnova l’invito che aveva fatto qualche tempo prima a quei poveri pescatori con le reti vuote, incontrati sulla spiaggia.

Pietro è invitato a seguire Gesù, il ché significa lasciarsi convertire da uno stile, da quei sentimenti che caratterizzano la persona dell’amico e del maestro. Nel momento in cui Pietro pensa di sapere, meglio di Gesù, come si fa il messia, allora sta deragliando dalla sua vocazione. Ecco perché Gesù lo richiama, con dolce durezza.

Non si tratta di aver fatto lo “scolaro saputello”: quello di Gesù non è un richiamo disciplinare. E’ la conferma che Dio non si stanca di chiamarci, anche quando siamo in momenti bui, nella confusione, o nella sicumera di poter dirigere la nostra vita senza dubbi e senza tentennamenti.

Se noi ci mettesimo un attimo in ascolto, se avessimo le forze per allungare le orecchie e svuotare il cuore, allora sentiremmo ancora, giorno dopo giorno, indipendentemente dalla situazione che viviamo, l’amico che ci invita a camminare. Perché c’è sempre – piccola o grande – l’occasione per amare.

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