Il segreto del cuore – Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita». L’immagine del giogo per parlare della Legge mosaica appartiene alla tradizione di Israele. Il saggio Siracide raccomandava al figlio: «Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il collo nella sua catena; piega la tua spalla e portala … alla fine troverai in lei il riposo» (Sir 6,24-28).
Gesù la riprende per parlare di sé: l’alleanza nella quale è data all’uomo la salvezza e il riscatto è quella nuova e definitiva sigillata nella sua Pasqua. Le sue parole e i suoi gesti esprimono così quella sapienza – scandalosa per i sapienti e gli intelligenti – che scaturisce dal cuore del Padre riversandosi come grazia per il mondo.
Accogliamo l’invito di Gesù a metterci dalla parte dei piccoli per poterla accogliere. Per conoscere Lui e – insieme a lui – avere accesso al cuore del Padre. Questa è la vita eterna, che non è la vita dopo la morte, ma la vita vera, quella degna di essere vissuta, l’umanità apparsa nella persona del Figlio fatto uomo. «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo».