Sgiovani: talks e libertà
Nonostante qualcuno, ieri sera in autobus, lo mettesse in dubbio, torniamo tutti vivi. Gli autisti avevano voglia di non usare lo sterzo e così hanno fatto. Stomaci in subbuglio, teste giranti… Ma tutto bene.
Dopo il risveglio e la colazione, noi religiosi scj abbiamo un momento di incontro con p. Carlos, il generale. Parliamo di difficoltà e opportunità odierne nel lavorare con i giovani. Mi colpisce un’osservazione, tra le tante: oggi le difficoltà sociali sono molto più “complesse” di quelle che ha affrontato p. Dehon. Come trovare ancora ispirazione e guida nel suo modo d’agire?
A seguire, ci riuniamo con tutti i giovani in auditorium per i Deh Talk, ovvero tre testimonianze forti per chi vive oggi il difficile periodo della giovinezza.
Ana Iguera parla di accettazione e di cambiamento. Tre cose contano per vivere bene un cambiamento: conoscere i propri bisogni, avere consapevolezza su cosa conta per rispondere ad essi (in maniera sana), vivere tutto ciò in maniera comunitaria.
Diana Salgado presenta l’economia di Francesco. A pensarci, è una sfida incredibile: è possibile cambiare le basi competitive dell’economia per applicare dei principi cooperativi? Un’economia integrale, che rispetti l’uomo in tutti i suoi aspetti, è ciò che può salvare il nostro sistema imprenditoriale.
Infine, p. Damian Maria, prete molto presente sui social e in televisione, pone una domanda apparentemente semplice: che differenza c’è tra un battezzato nell’acqua e un bagnato nell’acqua? Il primo va nelle periferie, rischia, sogna e spera; il secondo sta vicino, poltrisce un po’, non ha il coraggio di sperare. Sento un’eco della critica alla “sofa-felicidad” di cui parla papa Francesco.
Dopo c’è il pranzo e poi pomeriggio libero. Qualcuno va a fare un tuffo nell’oceano, qualcun altro va a fare un giro senza meta (il vero modo per conoscere a fondo una città), qualcun altro si riposa blandamente.
Si torna per cena. E stasera… Una sorpresa!