Sotto la tua protezione – Gv 19,25-27

Sotto la tua protezione – Gv 19,25-27

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Il giorno dopo l’esaltazione della croce (14 settembre), la Chiesa ricorda Maria associata al dolore del suo figlio, Maria Addolorata. Una memoria liturgica che non intende celebrare il dolore come via di salvezza o strumento per essere graditi a Dio. Ma esaltare, da un lato, l’amore di Dio per noi, che nel suo Figlio fatto uomo è andato fino in fondo davanti al nostro rifiuto ostinato e omicida. E, dall’altro, la partecipazione della Madre alla passione per amore del suo Figlio.

Di Maria la pietà cristiana ricorda i 7 dolori, dalla profezia di Simeone allo Stabat Mater, sul Calvario, ai piedi della croce, dove il vangelo oggi ci ha riportati. Lì Maria, madre e discepola, ha accettato l’ultima volontà del suo figlio e Signore: essere madre di tutti i discepoli e le discepole del suo figlio, partorire tutti nella sofferenza di quel distacco, partecipe dello stesso gesto di amore scaturito dal cuore di Dio.

«I mistici russi dei primi secoli davano un consiglio ai loro discepoli, i giovani monaci: nel momento delle turbolenze spirituali rifugiatevi sotto il manto della santa madre di Dio. Lì non può entrare il diavolo perché lei è madre e come madre difende. Poi l’Occidente ha preso questo consiglio e ha fatto la prima antifona mariana: sotto il tuo mantello, sotto la tua custodia, o Madre, lì siamo sicuri».

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