Quel matto di Gesù – Mc 3,20-21
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gesù viaggia lungo le strade della Palestina come un vip dei nostri giorni, seguito da una folla di fan, persone così attratte da lui, da quello che dice e quello che fa, da non mollarlo un attimo.
Ma lui non ha guardie del corpo a difendere la sua privacy, non difende i suoi spazi e i suoi tempi, rinuncia persino a mangiare, per rendersi disponibile nei confronti di chi lo segue. Li capisco bene questi suoi parenti, che lo credono impazzito! Qual è la logica di tutto questo?
Di sicuro una logica diversa da quella “normale” per noi, perché il cibo che davvero sazia Gesù è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34). È «fuori di sé», sì, ma non nel senso che è impazzito: è totalmente decentrato da se stesso, proteso verso le persone che lo cercano come «pecore che non hanno pastore» e desideroso soprattutto di ricondurre quante più persone possibili al Padre.
È una questione di bisogni profondi: il suo è che noi siamo salvi, ad ogni costo. Se c’è pazzia in tutto questo, è solo perché Dio ci ama di un amore che, ai nostri occhi, è pura follia. Eppure…