Rimanere per andare – Gv 15,9-11

Rimanere per andare – Gv 15,9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Quel «rimanete» è un verbo molto importante per Giovanni. In italiano lo traduciamo, all’interno del suo vangelo, in varie maniere: «abitare», «restare»… Ma in greco il verbo è sempre quello: «rimanere». Indica una staticità, un “to stand” all’inglese, cioè “stare con forza”, con fermezza.

Eppure non comporta la rigidità. Tutt’altro. Nella storia della Chiesa, spesso abbiamo interpretato quel «rimanete» come un invito alla chiusura. Ancora oggi possiamo interpretare in maniera fuorviante l’invito di Gesù, come se giustificasse e incoraggiasse una resistenza cieca, una sorta di auto-chiusura in una riserva protetta e isolata dal mondo, per difenderci da tante cattiverie e insulsaggini dell’uomo contemporaneo. E così facendo rischiamo di perdere ogni contatto con l’uomo e con gli altri.

No, il suo «rimanete» è un restare ancorati con il cuore, per essere liberi con le labbra e le mani. Con le labbra per parlare delle meraviglie che ancora l’amore compie nel mondo, con le mani per rendere concreta la carità che è Dio. Rimaniamo nel suo amore per essere liberi di andare incontro a chiunque.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0Shares