Contemplare l’amore – Gv 3,13-17

Contemplare l’amore – Gv 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Oggi la Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce: siamo invitati a contemplare Gesù innalzato in croce.

Non per affliggerci per le sue sofferenze e tanto meno per alimentare in noi il senso di colpa («Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità», cfr Isaia 53,5), ma per riconoscere nella croce il segno più grande dell’Amore del Padre nei confronti di ciascuno di noi.

Un Amore che non giudica e non vuole condannare, ma desidera salvare, donare vita eterna, ad ogni costo.

Al punto che a noi viene chiesto solo di guardare, riconoscere e contemplare questo Amore; credere nella sua profondità e fedeltà; accoglierlo ed affidarci ad esso.

Questo sguardo contemplativo, curato con costanza, alimenta il nostro sentirci figli amati del Padre, e intesse un legame che non permetterà che andiamo mai perduti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0Shares