Beati loro! – Lc 12,35-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».
Il segreto per la felicità… qual è?! Se solo avessimo la chiave per capirlo… Spesso ci buttiamo in attività ordinate – ossessive? – per trovare la ricetta giusta. Un po’ di meditazione, un po’ di ginnastica, un po’ meno carboidrati, un po’ di informazione (non troppa!), un po’ di svago, un po’ di lavoro… Le possibili combinazioni per essere «beati» si moltiplicano sugli scaffali della pop-psychology nelle librerie degli autogrill in autostrada.
E oggi arriva il vangelo, bello bello, a dirci che ciò che ci fa beati è un’attesa particolare, che definirei “ardente”. Logica davvero paradossale: la questione non sta in cosa facciamo, ma in chi/cosa attendiamo. E come.
Già, cosa attendiamo? Quale svolta o cambiamento ci aspettiamo? Tremiamo di fronte al pensiero del futuro, ponendo la mente ai fatti tragici del mondo, o palpitiamo di tenace speranza? E come agiamo nel nostro oggi, forti di questa attesa? Ci rimbocchiamo le maniche, ovvero ci “serviamo” gli uni gli altri, oppure ci adagiamo sul divano o ci distraiamo con le mille ricette per la felicità che troviamo in giro?
Il vangelo di oggi ci riempie di molte domande. Forse troppe. Ma continua a porcele, con amore, perché vuole la nostra felicità.