La folgore – Lc 17,20-25
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.
Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
«Eccolo qui! Eccolo là!». È l’esclamazione di chi si diletta con i giochi di illusione ottica. «Trova il gatto tra tutti gli animali nell’immagine»; e se lo trovi entro trenta secondi scopri pure di essere più intelligente di chi non ce l’ha fatta.
Gesù afferma che «il regno di Dio è in mezzo a voi!», con tanto di punto esclamativo! Come a dire: «Guardate bene che c’è. Possibile che non ve ne accorgiate!». Gesù sta giocando a fare l’illusionista?
Evidentemente no. Egli sta insegnando ai farisei e ai suoi discepoli a cambiare prospettiva.
Infatti, non spetta a noi dire quando e dove si renda presente il Regno di Dio. Questo generalmente succede col “regno di dio a modo mio”, cioè quando si usa Dio per affermare il proprio io. Allora il regno di dio non solo va annunciato, ma brandito, preferibilmente contro qualcuno.
In Cristo, la dinamica del riconoscimento del Regno di Dio è ribaltata. Siamo noi ad essere riconosciuti come suo Regno quando diveniamo granello di senape o lievito – come Gesù stesso afferma in altre occasioni – cioè quando permettiamo che la nostra esistenza si consumi per tutti, senza distinzione tra buoni e cattivi, tra meritevoli e immeritevoli per poi farsi da parte.
Anche la folgore è segno di questa logica del Regno di Dio; essa strappa il buio della notte, fosse anche solo per un instante, e poi sparisce con la speranza di aver acceso fuochi capaci di illuminare il mondo.