Liberati dalle tenebre – Mt 9,27-31

Liberati dalle tenebre – Mt 9,27-31

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

«Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno» (Isaia 29,17). Le profezie del Primo Testamento annoverano il dono della vista ai ciechi tra i segni dell’era messianica. Si comprende dunque il senso profondo del racconto evangelico.

Due ciechi gridano a Gesù di «avere pietà». Chiedono che il suo cuore si dia pena per la loro condizione. Gesù li chiama a confessare la loro fede: «Credete che io possa fare questo?». Siete certi che questo tempo sia visitato dalla benevolenza che andate cercando? «Sì, o Signore!». «Avvenga per voi secondo la vostra fede».

Quando i loro occhi si aprono si accorgono di essere a casa. Ospitati in quello spazio accogliente e sanante che Gesù ha aperto per tutti: il suo cuore. Matteo, esattore delle tasse, pubblico peccatore, ne ha fatto esperienza: è stato visitato in casa sua e si è ritrovato ospitato nel cuore di chi lo cercava per restituirgli la vita. E la vista.

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