La fantasia di Dio – Mt 17,10-13
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Ai versetti 23-24 del capitolo 3 del libro del profeta Malachia, l’ultimo libro dell’Antico Testamento, leggiamo: «Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio». Per questo il popolo d’Israele era convinto che la venuta del Messia sarebbe stata preceduta dal ritorno del profeta Elia.
Da qui la domanda dei discepoli al Maestro: se tu sei il Messia che attendiamo, perché non abbiamo visto Elia precederti? Il problema, spiega loro Gesù, è che Elia non è stato riconosciuto, perché era diverso da quello che si aspettavano.
Farsi delle aspettative su ciò che incontreremo nella nostra vita è, credo, assolutamente normale. Il problema è quando quelle aspettative diventano “regole” da rispettare tassativamente, perché allora ci imprigionano e ci impediscono di tenere occhi, orecchi e cuore aperto e di riconoscere la verità delle persone e degli eventi in cui ci imbattiamo.
Perché il nostro è un Dio “fantasioso”, che spesso agisce fuori dai nostri schemi e si manifesta dove mai ci aspetteremmo.
Sintonizziamoci con questa sua fantasia: potremmo scoprire con gioiosa sorpresa che Dio è molto più presente nel nostro quotidiano di quanto non sembri.