In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Il brano del vangelo di oggi ci racconta l’incontro tra due donne abitate in modo speciale dallo Spirito Santo: Maria dal momento del concepimento di Gesù («Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra», Lc 1,35) ed Elisabetta nel momento in cui riceve la visita di Maria («Elisabetta fu colmata di Spirito Santo», Lc 1,41b).

Lo Spirito Santo dà vita e fa riconoscere in modo chiaro la presenza di Dio; per questo dona una gioia incontenibile, che non si può far altro che proclamare a gran voce. Una beatitudine che raggiunge il suo culmine quando la presenza dello Spirito Santo è riconosciuta nella fede e accolta nell’affidamento.

Si tratta di un’esperienza vissuta di sicuro dalle due cugine, ma che è offerta anche a ciascuno di noi: Dio abita le nostre vite con il suo Spirito ogni giorno, sia nei periodi luminosi che in quelli bui. Se proviamo a credere e ad affidarci alla sua presenza premurosa, può capitare anche a noi di sperimentare momenti speciali in cui questa presenza è quasi “tangibile”, e moltiplica la gioia o lenisce il dolore, donando soprattutto pace. Momenti che diventano poi indimenticabili pietre miliari del nostro cammino di fede.