
Baricentro – Mc 10,28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Qual è il mio baricentro? Cosa mi tiene in piedi? Cosa dà senso alla mia vita?
Le relazioni e i beni che la vita ci dona e che ci “guadagniamo” sono importanti e preziosi, senza dubbio, più che naturale. Ma lo sono al punto tale da renderci schiavi del senso di sicurezza che ci danno, oppure siamo abbastanza liberi da potercene allontanare e al tempo stesso restare in piedi?
Il Vangelo che Gesù è venuto a portarci e l’esempio che Lui stesso ha vissuto fino in fondo ci parlano della possibilità di trovare autentica pienezza di vita, qui e nell’eternità, fissando il nostro unico baricentro nell’amore: quello che Dio ci dona ogni giorno, e che ci rende capaci di amare noi stessi e i nostri fratelli e sorelle di un amore liberante. Considerando tutto il resto bello, sì, ma in fondo rinunciabile.
Uno stile di vita non attivabile con un pulsante on-off, ma da plasmare in un faticoso cammino di ascolto e conversione giornalieri; e nemmeno uno stile di vita comodo, perché ci procurerà persecuzioni, che possono essere anche semplicemente incomprensioni e derisione.
Le parole di Gesù però non sono un semplice invito, ma una solenne promessa («In verità io vi dico»). Allora che faccio? Mi lascio sbilanciare?