Spettacolo ingannatore

Spettacolo ingannatore

Nell’anno C, la prima domenica di Quaresima presenta il racconto delle tentazioni di Gesù con cui si apre il capitolo quarto del vangelo di Luca (Lc 4,1-13). Perché iniziare il cammino quaresimale proprio da questo brano? Prima di ogni altra cosa la Quaresima è un tempo favorevole per rientrare in sé stessi, per prendere le giuste distanze da un modo sbagliato di vedere e vivere le cose e le relazioni. Ci è offerto un tempo in cui provare a godere del tempo non più come una condanna che ci allontana dalla vita, ma come un’occasione e una grazia che ci avvicina a Dio e agli altri. Abbiamo modo, se lo vogliamo, di scegliere qualcosa che ci aiuti a riprendere le coordinate della nostra umanità: una lettura, un piccolo gesto quotidiano, l’andare a visitare qualcuno. Cose semplici che ci riportino con i piedi per terra e ci facciano uscire dalla schiavitù delle urgenze, ma anche da quella che nasce dai nostri deliri di onnipotenza. Forse abbiamo anche bisogno di prendere le distanze da cose e relazioni che ci fanno male, che rendono più povera la nostra esistenza perché la rendono schiava: la Quaresima può diventare, allora, anche l’occasione per ridire a se stessi che per fare del bene non è sempre necessario fare qualcosa, spesso è sufficiente smetterla di fare qualcosa.

L’umiltà con cui Gesù si lascia condurre nel deserto dallo Spirito, prima di iniziare la propria missione tra gli uomini, è la pista giusta da seguire per capire davvero cosa può diventare questa Quaresima anche nella nostra vita.

Gesù rifiuta la logica della spettacolarizzazione che il diavolo gli mette davanti: rifiuta di trasformare i propri bisogni in modelli da seguire e imporre agli altri, rifiuta di trasformare sentimenti di fiducia in sfide che fanno appello alla pretesa di essere riconosciuti, sta lontano da un uso improprio del suo potere e della sua divinità. Decide soltanto di rimanere pienamente uomo e di vincere le tentazioni rimanendo quello che è, con i piedi ben piantati per terra. Di fronte a ogni sfida del diavolo Gesù non fa altro che ritornare in sé e riaffermare da dentro, nel proprio cuore, la proprio incondizionata fiducia nel Padre. Non ha bisogno di vedersi differente da quello che è per riconoscersi in grado di fare cose straordinarie. Non ha bisogno di fare cose straordinarie perché sa bene chi è e cos’ è venuto a raccontare dell’identità di Dio.

L’idea di trovare una soluzione ai nostri problemi facendo cose straordinarie e cercando di apparire diversi è la grande tentazione a cui la Quaresima può mettere un freno: torna in te stesso, riprendi le giuste misure della tua vita, guarda con onestà le tue forze e chiediti in chi stai riponendo fiducia. Gesù nel deserto ha fatto tutto questo è ha reso evidente a noi e a tutti quelli che lo vogliono riconoscere che l’umanità dà il meglio di sé quando si riconosce fragile e non quando cede alla tentazione demoniaca di affermarsi senza misura sulle cose, sugli altri e su Dio.

Nella preghiera abbiamo l’occasione di coltivare sentimenti di fiducia e non di sfida: molte delle nostre preghiere, in realtà, sono un mettere alla prova Dio per vedere come si comporta con noi, per vedere se è davvero quello che dice di essere. La preghiera cristiana dovrebbe invece fare crescere un rapporto di fiducia che ci aiuti a riconoscere sempre meglio e sempre più in profondità la ricchezza già presente nella nostra umanità.  In Gesù Dio ha dimostrato quale sia la sua identità: in lui dimostra di fidarsi della nostra umanità.

Il messaggio straordinario di questa prima domenica di Quaresima è proprio quello relativo al fatto che, guardando a Gesù e non allo spettacolo del mondo, possiamo riconoscere in noi la forza di non soccombere al male. L’uomo quando accetta con umiltà la propria condizione e ritrova in essa le ragioni del proprio legame con Dio, allora diventa davvero forte, talmente forte da essere capace di resistere al male per scegliere il bene.

In settimana abbiamo sentito affermare da qualcuno che lo spettacolo offerto da un alterco tra capi di stato è risultato un ottimo prodotto televisivo: il potere degli uomini che si mette in mostra e che si propone come modello da seguire. Davvero qualcosa di mostruoso e spettacolare allo stesso tempo, qualcosa di tremendamente pericoloso. In questo tempo di Quaresima preferisco volgere il mio sguardo alla finestra di una stanza di ospedale per ritemprare l’animo e raccogliere le forze necessarie per resistere allo spettacolo del male che non smette mai di sorprendere per la varietà dei modi con cui riesce a presentarsi sempre brillante.

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