
Misericordiosi perché misericordiati – Lc 6,36-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Siamo figli di Dio, creati a sua immagine, e quindi portiamo dei tratti che ci fanno assomigliare a lui. Nel Vangelo di oggi Gesù mette in evidenza il tratto più significativo di Dio Padre, la misericordia. Dovremmo allora anche noi essere riconoscibili come suoi figli, proprio a partire dalla capacità di essere misericordiosi. Non si tratta di fare degli sforzi immani per vivere la misericordia, ma piuttosto di prendere coscienza di quanto il Padre usi da sempre misericordia nei nostri confronti. Come dice Papa Francesco, accorgersi di quanto siamo “misericordiati”.
Convinti di questo, possiamo correggere le parole di Gesù, certi di rispettare il loro vero significato.
Dice Gesù: «non giudicate», ma non perché «non sarete giudicati», bensì perché «non siete stati giudicati». «Non condannate», non perché «non sarete condannati», ma perché «non siete stati condannati». «Perdonate», non perché «sarete perdonati», ma perché «siete stati perdonati». «Date», non perché «vi sarà dato», ma perché «vi è stato dato».
Ecco, allora, che essere misericordiosi diventa un atto di fede: se crediamo davvero di essere stati misericordiati da Dio, allora potremo diventare misericordiosi anche noi. Ma finché non ne saremo convinti, sarà impossibile esserlo con noi stessi e con gli altri.