Vera autorità – Lc 4,31-37

Vera autorità – Lc 4,31-37

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Ormai ha perso il suo charme. Non ha più fascino. Anzi ha preso un aspetto decisamente inquietante e non trova più cittadinanza nei nostri pensieri e nel nostro vocabolario. Sono quelle parole che sono in agonia e che tutti si aspettano che muoiano da un momento all’altro.

Autorità. Non è solo questione di moda. È una vera e propria paura. La sola parola sembra minacciare le nostre libertà ed evoca scenari pericolosissimi e ricordi di dittature e di padri padroni. Mi ha sempre sedotto l’etimologia di questo termine che dal latino sta proprio a indicare ciò che dovrebbe fare chi usa quest’arte difficile e necessaria. Far crescere. È la missione di chi non ci è ostile, non ci è concorrente. È la missione di chi non ci ignora e non ci combatte. È l’amore di chi vuole la nostra promozione. Di chi ci vuole grandi. Di chi detesta vederci indietro, vederci sotto o vederci bloccati.

Oggi abbiamo urgente bisogno di gente che ha autorità. Di gente che prende a cuore la realtà che ha di fronte. Che non la ignora, non la calpesta, non la lascia perdere. Infatti abbiamo una terra che soffre la nostra violenza, giovani che non crescono mai, adulti che, nell’illusione di sentirsi ancora piccoli, soffocano la grandezza a cui sono destinati. C’è il rischio di buttare il bambino con l’acqua sporca.

I padroni sono sempre antipatici e inutili. Il Padre è sempre necessario perché senza un padre rimaniamo orfani e in balia di demoni che ci vogliono falliti e miserabili.

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