Capace di innamorarsi – Mt 1,1-16.18-24

Capace di innamorarsi – Mt 1,1-16.18-24

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
Parola del Signore.

La più esclusiva tra le genealogie di tutti i tempi fa da introduzione alla più singolare delle nascite, quella di Gesù di Nazareth. L’inizio del vangelo di Matteo è un susseguirsi di nomi di uomini e di donne che segnano il cammino spazio-temporale che porta fino a «Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo».

Se alcuni secoli fa, quando il sapere storico era ancora acerbo, molti studiosi si concentravano sulla dubbia storicità di Gesù, ora questo dato storico e culturale fa ormai parte di una indiscutibile acquisizione proprio sul piano storico documentale. Certo, il passaggio dalla storia alla fede che riconosce Gesù come il Cristo di Dio rimane, come è giusto che sia, di pertinenza della libertà personale e non già come risultato di una evidenza di carattere scientifico, nel senso che oggi attribuiamo a questo tipo di sapere. Rimane, cioè, di pertinenza della scelta che investe la dimensione individuale della coscienza.

Anche per Giuseppe si è trattato del medesimo e impegnativo processo di maturazione. Che tipo è Giuseppe? È un uomo giusto – dice il testo – cioè uomo di azione che cerca la verità e pratica la giustizia, la cerca, la desidera, la coltiva. Vivere per la giustizia significa non vivere per il peccato (cf. 1Pt 2,21-24). Giuseppe conosce la legge, ma sa altrettanto bene che questa è al servizio del sacrario inviolabile dell’uomo, che è la coscienza (“Gaudium et Spes” 16). Per questo serve il discernimento, quel paziente e spesso doloroso processo di maturazione interiore.

Ma, soprattutto, Giuseppe è un uomo capace di innamorarsi, e di prendere decisioni a partire dal sentire profondo del suo cuore aperto alla fede. In lui si dà una sintesi riuscita di autentica semplicità, quella sola capace di generare vita buona. E così è stato!

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