Scelta radicale – Lc 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
L’immagine che abbiamo di Gesù – un po’ santino patinato, con lo sguardo dolce e magari melenso, innocuo e ingenuo – stride decisamente con il Maestro che ci viene presentato nel vangelo di oggi. Qui parla di «fuoco» e di «divisione», altro che pace e mansuetudine!
Eppure è lo stesso Gesù che dichiara beati i miti e che definisce egli stesso «mite e umile di cuore» (Mt 11,28). Come stanno insieme queste immagini?
Mi piace pensare che la forza delle parole di oggi di Gesù derivi dal suo desiderio di farci capire quanto è potente la sua scelta per la pace. Il «fuoco» di cui parla è proprio l’amore ardente di Dio e l’aggressività che emerge dalle sue parole non è rabbia da usare contro il prossimo, ma decisione per le scelte radicali a cui il vangelo invita.
Sì, perché da un lato la buona notizia di Gesù chiede gradualità, comprensione, discernimento. Dall’altro, in maniera non alternativa ma complementare, la sequela di Cristo ci appella a trovare in noi stessi energia, decisione, radicalità. Il processo della scelta chiede entrambi questi momenti. E dove c’è scelta radicale, ci può essere divisione. Non per odio, ma per convinzione; non per distanziarsi dai fratelli, ma per affermare con forza la buona notizia dell’amore che salva, anche quando comporta conseguenze difficili.
La forza delle parole di Gesù di oggi è l’antidoto migliore alle nostre perenni indecisioni e tentennamenti: è ora di vivere davvero in maniera libera, piena, amata.