Con lui si vince facile – 16,29-33
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Siamo ancora nel contesto dell’ultima cena, Gesù arricchisce la conoscenza degli apostoli sulla sua persona con molte affermazioni e, ad un certo punto, questi affermano di aver finalmente capito chi è Gesù, il suo rapporto col Padre e in cosa consiste la sua missione. Personalmente ho dei dubbi che avessero capito tutto in quel momento, quando per tre anni non avevano colto niente: queste affermazioni di Gesù sono dei trattati di teologia! Eppure dicono di avere finalmente capito tutto. Noi sappiamo dal seguito della storia che bluffavano.
Gesù li richiama alla realtà predicendo la loro fuga da lui come se non l’avessero mai conosciuto, ma per lui la solitudine non sarà un problema perché il Padre non lo abbandona mai.
A questo punto è prevedibile un senso di colpa da parte degli apostoli al momento della morte di Gesù: si sentiranno dei vigliacchi. Gesù è talmente attento a quello che succederà loro, che li vuole calmare: ‘non preoccupatevi. So già quello che farete. Vi capisco. Quindi, non fatevi abitare da certi sensi di colpa. Dovete mantenere la pace del cuore.’ I discepoli supereranno le più grandi difficoltà e troveranno la vera gioia, proprio perché Gesù vincerà il male assieme a loro.
Anche noi, quando pensiamo di aver raggiunto un livello soddisfacente di fede, ci sentiamo arrivati: la frequenza alle celebrazioni è buona, siamo accompagnati da tante persone che ci amano, e la nostra coscienza non ci rimprovera granché. Eppure possono arrivare momenti di difficoltà, di dubbio, di solitudine nel vivere ciò che crediamo. Ci potrà sembrare di esserci allontanati da Dio, di non essere poi tanto sicuri di ciò che crediamo. Oggi Gesù ci ripete che lui ha già messo nel preventivo della nostra vita tutto questo, ma aggiunge che non ci abbandonerà mai. Con noi egli vince le partite contro la solitudine, il dubbio, la tentazione di mollare tutto. Non ai tempi supplementari, né ai rigori, ma nel cammino di tutti i giorni, perché lui è il dodicesimo uomo della nostra squadra, allenatore-giocatore, tifoso e arbitro.