Tutti santi – Mt 5,1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Oggi la Chiesa celebra in un’unica solennità la memoria di tutti i santi per essere da essi incoraggiata nel suo pellegrinaggio e per ricordare la meta della nostra esistenza che è vedere «faccia a faccia» l’Amore (1Cor 13,12).
La parola “santo” significa “originale”, “non equivalente”, “non fotocopia”. In tal senso una delle definizioni più eloquenti della santità ci è stata donata da Thomas Merton, monaco trappista, scomparso prematuramente nel 1968: «Per me la santità consiste nell’essere me stesso e per te la santità consiste nell’essere te stesso e, in ultima analisi, la tua santità non sarà mai la mia e la mia non sarà mai la tua […]. Possiamo essere veri o falsi, la scelta dipende da noi. […] Per diventare me stesso devo cessare di essere ciò che ho sempre pensato di voler essere, per trovare me stesso devo uscire da me stesso, per vivere devo morire».
È santo chi attraverso le porte delle beatitudini edifica il mondo alla rovescia di Dio, il suo regno, che non è il mondo dopo la morte, ma quello in cui trova la vita chi la perde, quello in cui il tempo meglio speso è quello perso per gli altri, quello in cui si rallenta per andare insieme ai fratelli; è esattamente il mondo che Dio sogna e che prova a realizzare attraverso chi santo già è e chi, come noi, ha infinite quotidiane occasioni per diventarlo.