Numero uno – Lc 15,1-10

Numero uno – Lc 15,1-10

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Paperon de’ Paperoni è ricco straricco. Ha un deposito a Paperopoli pieno zeppo di monete, nelle quali fa il bagno quando si vuole rilassare. Nel suo ufficio, in mezzo ad alcuni sacchi di denaro appoggiati là malamente, c’è una teca, nella quale sta una singola moneta, trattata come una sacra reliquia. E’ la “numero uno”, il primo decino che Paperone ha guadagnato lavorando nel Klondike.

Come valore non è più preziosa delle altre tonnellate di monete presenti nel deposito, ma per Paperone è la Moneta con la “M” maiuscola, vi è affezionato oltre ogni modo. E’ preziosissima, eppure è come le altre. Cosa la rende così preziosa? L’amore di Paperone.

Così anche noi siamo simili a monete, tutte uguali in dignità, eppure ciascuna è preziosa perché amata in modo assolutamente particolare. Delle cento pecore nel deserto, nessuna è meno importante delle altre. Spesso lo diciamo: “Dio ama tutti”, ma questa frase rischia di avere il retrogusto dell’anonimato. Mi piace di più dire “Dio ama ciascuno”. Per lui siamo tutti “numero uno”.

Ognuno a suo modo, come fa un bravo genitore. Ciascuno è la centesima pecora che scappa, ciascuno è cercato da Dio con ogni fibra del suo essere. Per lui, ognuno di noi è figlio amato.

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