Fiducia in chi? – Lc 21,12-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Già ora noi stiamo sperimentando lo sconvolgimento del nostro quieto vivere, di ciò che ingenuamente pensavamo durasse immutato nei secoli a venire. Ne è prova il fatto che siamo completamente paralizzati da ciò che accade, quasi avessimo perso ogni istinto alla reazione. Ciò che accade lo vediamo, ma non lo crediamo – scriveva in un suo libro un autore famoso a proposito della crisi ecologica che stravolge il mondo.
Vedere un accadimento e non fare nulla perché non ci si crede è la forma di peggior tradimento della nostra civiltà, basata sull’osservazione scientifica del mondo. O, meglio, è la credenza che avanza come legittimo un proprio statuto di conoscenza: la fede è un sapere. Ammetterlo costa poco, ma cambia molto. Soprattutto apre alla originale e ricca esperienza della fede fiduciale, che sorregge la nostra vita di ogni giorno.
Il vangelo di oggi è un invito a porre la nostra fiducia/fede al posto giusto. Se la poniamo nelle persone, anche quelle a noi più vicine, sperimenteremo di esserci fidati invano. Se, invece, porremo la nostra fede in Colui che è fonte di vita buona, allora potremo rendere testimonianza, cioè prendere posizione in favore della vita, nonostante le catastrofi e gli sconvolgimenti del mondo.