Il dono della gioia – Gv 15,9-11

Il dono della gioia – Gv 15,9-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Stupisce che l’unica volta in cui Gesù menziona la gioia sia durante il suo lungo “discorso di addio” ai discepoli. Probabilmente, all’inizio della sua passione, Gesù ha provato un misto di emozioni forti: tristezza, malinconia, angoscia, paura… Difficile pensare che sia abitato dalla gioia.

Eppure. Cosa significa? Forse che la gioia cristiana non è semplicemente uno stato emotivo, una situazione temporanea dell’anima, ma un dono che scende in profondità, un seme incancellabile alle radici della persona umana.

Che si presenti in allegria o mestizia, è secondario e non deve impaurirci: noi sappiamo, da qualche parte dentro di noi, che il Dio della vita vince ogni paura e difficoltà. Forse facciamo fatica a sentirla, questa gioia, eppure c’è. Invece che sforzarci di sorridere sempre (solo uno stupido sorride in ogni circostanza), forse il nostro impegno è più utile che sia indirizzato a scoprire, custodire e rafforzare questo dono di Dio.

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