Accendere lo straordinario – Mt 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Meno male che c’è Lui! Oggi nell’educazione dei figli si assiste molto spesso, e dappertutto, a un modo di fare che, nonostante i frutti, sembra non metterci in discussione. È diventato costume, stile, abitudine logica e ragionevole, condivisa, accettata e seguita. E non c’è differenza tra nord e sud.
Facciamo tutto al posto loro. Anche nelle parrocchie si assiste a coppie che volendosi sposare vengono sempre accompagnate dalle mamme che naturalmente parlano al posto dei figli. Gli facciamo lo zaino, gli leghiamo i lacci delle scarpe, li laviamo, li portiamo a scuola portando noi lo zaino, li accompagniamo ovunque, spianiamo tutte le strade e anticipandoli facciamo sparire le tracce di ogni piccola difficoltà… diamo loro le risposte prima che facciano le domande, gli facciamo casa senza preoccuparci di farli diventare adulti, alla fine li facciamo pure partire ma senza preoccuparci se hanno scelto una strada…
Il risultato è triste. Questi figli si ritrovano nella vita da adulti che non sanno fare le cose ordinarie, a volte rischiano di sembrare dei disadattati.
Meno male che c’è Lui! Lui che ci chiede non le cose facili ma quelle difficili, non le cose ordinarie ma quelle straordinarie… non quelle che non costano niente ma quelle che costano tanto, non quelle che ci lasciano lì sui nastri di partenza ma quelle che ci fanno fare tantissima strada per davvero.
Meno male che c’è Lui che non ridimensiona i sogni, non gioca al ribasso, non butta acqua su ogni entusiasmo, che non mette sempre davanti i costi.
Meno male che c’è Lui che accende i desideri, quelli più grandi, quelli più veri, quelli più nobili, quelli che a prima vista sembrano irraggiungibili.
Meno male che c’è Lui che mette la nostra vita in tensione e ci spinge a tendere verso una pienezza meravigliosa e non verso una comodità banale, triste e infernale.