Lotta o resa? – Gv 15,18-21

Lotta o resa? – Gv 15,18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Questo brano è per me particolarmente ostico… per entrarci ho bisogno di farmi aiutare, per questo mi appoggio a un commento di Silvano Fausti.

“Per Giovanni, il mondo non è altro che l’uomo che agisce mosso dalla paura e dall’egoismo, dal desiderio di salvarsi a tutti i costi, un desiderio che lo chiude in sé e gli fa rendere tutto funzionale alla propria conservazione”; invece, “il Figlio è venuto a testimoniare cos’è veramente il mondo”, cioè che “siamo figli, fratelli. Per questo la sua testimonianza rompe la logica di violenza, di dominio, di menzogna che c’è nel mondo. Per questo Gesù è odiato”, e per questo può capitare anche a noi di sentirci un po’ “alieni” e smarriti nella nostra società, quando cerchiamo di vivere non seguendo il “così fan tutti”, ma l’insegnamento e l’esempio di Cristo.

Tutto questo ci complica la vita e non ci piace, diciamocelo. Ma Gesù lo aveva previsto, perché lui ha vissuto la stessa fatica, e in qualche modo prova a consolarci dicendoci che il mondo non ce l’ha con noi, ma con lui: il mondo non ha capito l’amore del Padre che Gesù è venuto a mostrare, e per questo non capisce nemmeno noi.

Se ci pensiamo bene, poi, questa lotta tra mondo e Regno non è solo esterna a noi, ma la viviamo anche interiormente, perché “la nostra vita è tutta fondata sulla imitazione dei desideri dell’altro”, per cui noi stessi dobbiamo resistere ogni giorno alla “mondanità”. Almeno, così so che è per me.

Se questo è lo stato delle cose, allora mi resta solo una preghiera: donami, Padre, di conoscerti abbastanza da scegliere di nuovo ogni giorno la tua sequela, e rendimi capace sia di vincere le lusinghe del mondo, sia di oppormi al male con il bene, sull’esempio del tuo Figlio.

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