Con tutti i sensi – Lc 10,1-12

Con tutti i sensi – Lc 10,1-12

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Si è da poco concluso un raduno annuale di giovani che, in diverse parti d’Italia e dell’Albania, vivono la propria esperienza di fede insieme a noi religiosi dehoniani. Preghiera, riflessione, testimonianze di vita, festa e musica, intrecci di esperienze diverse hanno animato la comunità dehoniana che ha ospitato questo incontro.

Tra tutti i doni ricevuti in questo tempo, breve, ma denso, ce n’è uno che non ha fatto molto rumore, ma che per me rappresenta il cuore di tutto il raduno: i giovani sono stati accolti nelle case delle famiglie della parrocchia. Queste hanno offerto un posto letto e la prima colazione; come un b&b, ma domestico.

Molto più semplice, pratico e veloce sarebbe stato “sistemarli” in un albergo, tutti nella stessa struttura. E invece no, pernottamento e colazione in famiglia e pasti in parrocchia, preparati dalle famiglie della comunità. Come a casa.

Oggi, forse come non mai, abbiamo mezzi straordinari per raggiungere chiunque in qualsiasi parte del mondo. Con un click possiamo diffondere la Parola di Dio in tutte le lingue del mondo e con l’intelligenza artificiale possiamo pianificare le più elaborate strategie pastorali.

Tutto pratico e veloce. Scomoda e lenta è invece la strada che porta a sentire con tutti i sensi la vita dell’altro.

Lasciare la propria abitazione, mettersi in cammino ed entrare in casa altrui, come per i settantadue inviati da Gesù, non è solo il varcare la soglia fisica di un edificio – di cemento o di carne è la stessa cosa – ma superare quella zona rassicurante in cui so chi sono io e chi è per me Cristo – e questo mi basta – per incontrare l’altro che potrebbe mettere in crisi le mie sicurezze su me stesso e su Cristo, ma, forse, proprio in questo modo, aiutarmi a crescere.

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