La pianta di fico – Lc 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina». L’albero di fico è pianta familiare nella Sacra Scrittura. Sia perché è popolare nelle terre bibliche. Sia perché – insieme all’olivo e alla vite – fa parte dei doni della terra promessa, la quale, al contrario del deserto arido e senza frutti, produce fichi e melograni (Dt 8,8; Nm 13,23). È dunque simbolo di vita e di vita in abbondanza che Dio offre come dono al suo popolo.
Gesù cita il fico nel contesto del discorso escatologico: dopo avere evocato guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie e pestilenze ecco il parallelo: «Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino». Sappiamo che «queste cose» altro non sono che la storia umana così come la sperimentiamo, con le sue contraddizioni e le ferite del male e dell’ingiustizia. Proprio qui, dentro la storia, il regno di Dio ha già preso dimora e si è fatto principio di una nuova creazione.
Ora sappiamo che cosa rimane: l’amore incondizionato che trasforma la storia secondo il Cuore di Dio. Per questo amore e per i suoi miracoli quotidiani servono occhi avvertiti e cuore accogliente. E così ci è d’aiuto la pianta di fico con i suoi germogli, che testimoniano della benedizione venuta perché fiorisca il deserto.