![La fame è simbolo dei nostri bisogni. La persona umana è da contemplare nella sua interezza, bisogni e valori](https://www.giovanidehoniani.it/wp-content/uploads/2025/01/bird-765761_640.jpg)
La fame è di tutti – Mc 2,23-28
In quel tempo, di sabato Gesù passava tra i campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Per onorare la creatura uomo, opera di Dio, è necessario contemplarla nella sua interezza, con i suoi valori e i suoi bisogni. Dice Paolo VI nel 1965, in occasione della chiusura del Concilio Vaticano II: «la scoperta dei bisogni umani (e tanto maggiori sono, quanto più grande si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo. […] Anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo».
Per essere «cultori dell’uomo», cioè figli di Dio che riconoscono la bellezza dell’opera del Signore, è necessario osservare i bisogni della persona e non disprezzarli. Di più: serve riconoscere che la persona è tanto più «grande» quanto più si riconosce bisognosa.
La fame di Davide e dei suoi compagni che ricorda Gesù è simbolo di una ferita che l’uomo porta sempre con sé, del suo incedere claudicante e spesso incerto nella strada della vita. Il Signore non disprezza questa dimensione dell’uomo, né la considera un “difetto di fabbricazione”. La grandezza dell’uomo si osserva anche qui, nella dignità con cui affronta del suo cammino, rapido o incespicante che sia. E la norma, la regola, serve come bussola, ma non determina i singoli passi. «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato»: prima della norma, davanti a essa, sta la persona umana nella sua interezza.